Porto all’attenzione dei lettori del mio sito questo articolo della dottoressa Francesca Pia Menanno estratto dal sito La Scuola di Ancel, che vi invito a visitare per farvi apprezzare quanto è difficile essere integralisti in uno stile alimentare. Buona lettura!
Negli ultimi anni sta crescendo rapidamente il numero di consumatori che scelgono l’alimentazione vegetariana. Nel contempo cresce anche il numero di ristoranti, attività e iniziative a sostegno di essa.
Il Position Paper redatto nel 2009 dall’ADA (American Dietetic Association) definisce vegetariano un regime alimentare che esclude le carni (compresi i volatili), i prodotti della pesca e i derivati di essi.
All’interno del panorama vegetariano esistono però modelli alimentari che possono variare notevolmente tra loro. Il modello “latto-ovo-vegetariano” include latte, latticini e uova mentre il “latto-vegetariano” include i latticini ma esclude le uova. Il modello “vegano”, invece, esclude completamente ogni prodotto di origine animale o suo derivato.
Le ragioni della scelta vegetariana, al di là della componente salutistica, hanno quasi sempre una motivazione di tipo ambientalista. Molti vegetariani, pertanto, fanno scelte “responsabili” nei confronti dell’ambiente scegliendo di non utilizzare qualunque prodotto, compresi farmaci e cosmetici, di derivazione animale.
Ecco quindi che, nell’elaborazione di un menù vegetariano o vegano, emerge la necessità di conoscere a fondo la composizione dei prodotti alimentari affinché si possa essere certi che essi non contengano alcun derivato di origine animale. Per esempio, un individuo vegano tende a escludere dal proprio menù quei prodotti confezionati che contengono ingredienti quali proteine dell’uovo, albume d’uovo, proteine del latte, siero del latte e così via. Ciò vale anche per gli additivi.
Ricordiamo che l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) definisce additivi le «sostanze deliberatamente aggiunte ai prodotti alimentari per svolgere determinate funzioni tecnologiche».
Alcuni additivi potrebbero essere di origine animale; altri possono anche non essere direttamente di derivazione animale, ma non sempre l’azienda che li utilizza può garantirne l’origine.
Per chi volesse reperire informazioni affidabili sugli additivi di possibile origine animale, il compito risulta pertanto piuttosto arduo. Un elenco è consultabile sul sito www.food-info.net, realizzato e gestito dal Food Technology Department della Wageningen University dei Paesi Bassi. Nella pagina dedicata è specificato che alcuni additivi possono essere sia di origine animale sia non animale. Vi è una tabella con gli additivi in questione e la loro origine.
Altre informazioni si possono reperire sul sito della Vegetarian Society, la più antica organizzazione vegetariana al mondo, con più di 150 anni di storia alle spalle. Nella sezione relativa all’argomento additivi viene fatta una distinzione tra gli additivi non adatti ai vegetariani e quelli non opportuni per i vegani.
I prodotti a cui è necessario prestare più attenzione sono ovviamente quelli confezionati e quelli più “compositi”.
Pertanto, la strada più opportuna per evitare derivati di origine animale resta sempre quella di preparare i prodotti e le ricette partendo da pochi ingredienti di origine certa.